L’arte di Bansky in mostra a Roma
Guerra, capitalismo e libertà, dunque, i temi principali attraverso i quali si snoda una mostra (e una carriera) dal corpus decisamente significativo, che comprende non solo dipinti ma anche stampe, oggetti rari, sculture. La mostra è no-profit: l’anima è dichiaratamente didattica, indirizzata soprattutto alle scuole, per far comprendere appieno la poetica dello street artist di Bristol, che ha sempre fatto dell’anonimato un cavallo di battaglia. Bansky, classe 1974, attualmente non è rappresentato da nessuna galleria: caso più unico che raro per un artista di tale calibro. Inizia la sua carriera nei primi anni 2000, tra Bristol e Los Angeles, e dopo aver disegnato copertine per la musica dei Blur i suoi lavori iniziano ad assumere la connotazione di street art a cui rimarrà fedele negli anni successivi: polemici, ironici, provocatori, disturbanti. Dalla striscia di Gaza a un film con nomination all’Oscar, fino a “Better Out Than In”, un progetto dove le sue tele sono state vendute per la cifra irrisoria di 60 dollari per la città di New York, su alcune bancarelle, ai turisti. Fino a Dismaland, aperto nel 2015, la sua ultima grande trovata: un parco a tema che è l’esatto opposto di un parco di divertimenti. Atmosfere fatiscenti e diroccate e addetti ai lavori depressi. E all’interno una mostra che contiene opere tra i più grandi artisti contemporanei viventi, trasferito a dicembre dello stesso anno a Calais per ospitare i rifugiati.
BANKSY. WAR, CAPITALISM & LIBERTY
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SITO UFFICIALE: http://www.warcapitalismandliberty.org