Luca Bellandi
Luca Bellandi, mettendo d’accordo mondo classico e contemporaneo, con equilibrio ammiccante fa avanzare una pittura leggiadra e colorata, che occhieggia con complicità tutte le espressioni artistiche, spargendo fiori. Ciò è un inno alla creatività ed è altresì un invito a coltivarla nel rispetto del mondo classico, che ‘tanta ala’ ha steso nella storia dell’Umanità”. L’interpretazione della sua opera perciò diviene sempre specola motivata, indagine insistita la quale, presumendo un possibile “oltre”, abbraccia il lemma. Non a caso il lemma, l’argomento, il tema, la citazione di Bellandi, quale verità che non necessita di dimostrazione, è infine il concetto primo e straordinario della vita, e il tutto va scavato, ricercato, quasi intuito nell’ideale che lo rende artista, cioè quello rivolto all’armonia, al piacere, alla beatitudine dei sensi, nonché al candore tipico dell’infanzia.
Quindi tante storie, di uomini, di animali, di donne esili e svagate, di doni della matrigna natura, tra le quali, l’artista, ha scelto quelle a lui più vicine, e le ha reinventate secondo una sceneggiatura del tutto
personale, concedendosi persino il lusso di aggiungere nuovi episodi, frutto della sua immaginazione o, per meglio dire, del suo amore per il bello, per il sano stordimento, per l’elevazione lirica.
Il risultato di tanto “sognare” risulta alto per impegno compositivo e per qualità, così che nella selva di immagini create da Bellandi è possibile perdersi, girare in tondo, cavalcare una carpa, penetrare in un fiore, indossare un abito non proprio, rimanendo, quale unico ausilio per non smarrire il sentiero che si allontana nel folto dell’inventiva o nei vari piani di sviluppo espressivo, l’affidarsi ai segni che l’artista ci lascia lungo il cammino, a quegli indizi che sembrano voler rivelare qualcosa d’altro, a quei richiami che rimandano a luoghi e tempi nascosti nel fondo della mente e del cuore … nonché a quelle imperturbabili e nobili atmosfere da lui create.