Emilio Scanavino
Dopo un inizio figurativo la pittura di Emilio Scanavino assunse ben presto caratteristiche postcubiste, con le forme che si stilizzarono progressivamente sino a dissolversi del tutto nei primi anni ’50.
Nel ’54 nelle sue tele comincia ad affiorare quello che poi diventerà il suo segno caratteristico, vale a dire il nodo stilizzato che caratterizzerà tutta la sua produzione successiva. I lavori degli anni ’50 sono considerati fra i suoi più belli, in quanto è possibile vedere in essi la genesi di quella trasposizione pittorica dell’interiorità con tutti i suoi tormenti, che rende inconfondibile la sua arte.
Nei suoi quadri più tardi degli anni ’70 il “nodo” è perfettamente delineato e riconoscibile, declinato in inquietanti forme, talvolta minacciose e macchiate di rosso sangue. Sebbene Scanavino sia un artista di difficile collocazione in una specifica corrente, lo si può considerare un astrattista informale, vicino all’Espressionismo astratto e alla ricerca artistica di Hans Hartung e Georges Mathieu.